14 dicembre 2017

Fresh India di Meera Sodha

Sì, lo ammetto, in privato scherziamo spesso sul possibile doppio senso del nome dell'autrice di Fresh India. Scherziamo ma con grande stima. Quel libro, mi rassoda la gioia del cibo. Mi rassoda anche la convinzione che l'India, con la sua ampia fetta di popolazione vegetariana da più di 2000 anni, sia molto più avanti dell'occidente quando si tratta di mettere insieme pasti nutrienti e sfiziosi su base puramente vegetale.
Mi rassoda così tanto che  ancora una volta vi propongo un libro in inglese. Se siete minimamente anglofoni vale lo sforzo. In caso di dubbi, scaricare l'estratto consente di farsi un idea sia delle ricette proposte che del linguaggio.

Tra tutti i libri di cucina letti quest'anno, se devo sceglierne uno solo da suggerire in questo periodo di  strenne, è senza dubbio alcuno  Fresh India con le sue 130 ricette vegetariane facili e veloci, decisamente deliziose e altrettanto decisamente moderne. Meno ingredienti, pochissimi fritti, un approcio originalissimo e moderatamente esotico ma genuinamente autentico. Inoltre apre al lettore una finestra sull'India di oggi attraverso istantanee spesso sorprendenti. Non vi svelo, perlomeno non oggi,  perché le mamme indiane non usano raccomandare ai figli di non mangiare fuori pasto. C'è un intero subcontinente nella paginetta che introduce il capitolo degli snacks.
Vi racconto invece quello che mi ha colpita di più, il perché dell'assenza dell'insalata come la intendiamo noi nelle abitudini quindi nei menù indiani.  Non è disponibile abbastanza acqua sicura per lavarla. Per gli anziani in particolare, in India un vegetale crudo è sinonimo di cibo potenzialmente pericoloso per la salute. Però Meera, originaria del Gujarat (nord dell'India) vive ora in una zona agricola della Gran Bretagna. Per nostra fortuna, si è lasciata ispirare dagli ingredienti a portata di zappa e di acqua potabile. Con risultati affascinanti.

Se non siete vegetariani, Fresh India è un libro così allegro e stuzzicante che potreste non accorgervi di nulla. Se invece siete strettamente vegetaliani vi troverete comunque bene. Basterà dribblare qualche raro uovo  e un po' di paneer (cagliata pressata tradizionale facilmente sostituibile col tofu). 
Solo se proprio detestate i ceci (e la farina che se ne ricava) questo libro non fa per voi.
Se invece è l'inglese a fare da barriera,  siccome non so dirvi se e quando sarà disponibile una traduzione italiana, passate ogni tanto a trovarci. Capiterà spesso che traduca e provi l'una o l'altra ricetta e ve la racconti. Ho in programma certi spiedini di zucca e ceci...

Thanks Meera, gran bel lavoro!   
Thanks Dad, anzi Merci Papa! Per un francese nato alla fine degli anni 1920, non era affatto ovvio insistere tanto perché andassi bene di inglese!  Grazie davvero.
K.

P.S.: I Cuochi di carta hanno da poco compiuto dodici anni e, ripercorrendo l'archivio, ci siamo ritrovati in India grazie a una leggenda che, seppur molto "carnivora", in qualche modo ci assomiglia ;-)

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