12 novembre 2014

Confettura di frutta caduta

Che sarebbe un modo carino per non dire... bacata. O dimenticata nella fruttiera, se siete cittadini.
Da quando abitiamo (in affitto) in una casa antica  ai bordi di un grande frutteto, ottobre e novembre ci trovano parecchio impegnati a trasformare la molta frutta, buonissima ma invendibile, che il nostro padrone di casa ci regala a cassette intere. Un po' di mele finiscono in congelatore, cotte e passate e divise in piccole porzioni, pronte per le molte ricette vegane che usano mele cotte al posto delle uova, altre raggiungono le carote dell'orto nella centrifuga, altre ancora finiscono sotto la lama dell'inesorabile Opinel dell'uomo di casa  per diventare deliziose confetture miste.
Una considerazione sulle confetture prima di passare in rassegna gli ingredienti: chi l'ha detto che non ha senso farne pochi barattoli per volta? Se vi piace variare, se avete poca frutta o poco posto in dispensa o, peggio, se non avete pentole grandi, o meglio, se avete una macchina del pane col programma marmellata, farne 3-4 vasetti per volta è un opzione da prendere in considerazione.
Mica solo per senso civico, ecologico, del risparmio  e via dicendo. Per pura e semplice golosità.
Però... non sarebbe onesto tacere che fare le confetture, soprattutto quelle con poco zucchero, può essere una cosa lunga. Lascia parecchio tempo per fare altro mentre cuociono ma, se non volete rischiare di fare notte fonda, calcolate un'ora di cottura più venti minuti di sterilizzazione finale più tempi tecnici e tra questi la sbucciatura che può essere parecchio lunga, anche un' oretta se la frutta è tanta e malandata. Meglio pensarci prima, decisamente.

Ingredienti :
- Frutta mista (mele, pere, pere Martine, cotogne, ma anche prugne, cachi molto maturi, qualche pezzetto di zucca se vi piace, carote grattugiate, ecc.) da pesare una volta pulita
- zucchero scuro (noi, indicativamente, 2/3 di frutta, 1/3 terzo di zucchero)
- limoni non trattati
- zenzero fresco, se piace
- vaniglia in bacello
- acqua in assenza di frutti acquosi
e, a piacere, uvetta, scorzette candite e albicocche secche tagliate a dadini, senza contare che, per una versione natalizia riservata agli adulti, si potrà aggiungere anche un dito di Brandy o del liquore preferito a fine cottura.

L'inesorabile Opinel si è fermato a quota 2,220 kg (frutta pesata pulita). Ne abbiamo ricavato 6 vasetti da 320 ml da sterilizzare, più qualcosina da mangiare subito.

A 2,220 kg di frutta mista, rapidamente lavata e sgrondata e tagliata a dadini, ho aggiunto 1 kg di zucchero di canna , un bacello di vaniglia aperto in due per liberare i granellini neri, un pezzo di zenzero (sbucciato e grattugiato) grande come il mio pollice, la buccia grattugiata di un limone e il succo di due e 200 ml d'acqua. Unica avvertenza, scegliere una pentola a fondo spesso, dotata di coperchio  e abbastanza grande perché ci sia parecchio spazio sopra la frutta. Come tutte le confetture, a inizio cottura farà parecchia schiuma, anche a fuoco basso, anche girando spesso,rischiando così di conciare il fornello e di spedire tutta la preziosa vaniglia nel coperchio o, peggio, fuori bordo. Riguardo alla schiuma ci sono due scuola, chi la toglie man mano con cura con una schiumarola, chi la tollera per non privarsi della pectina che contiene. Io la tollero. Qiondi, mentre  la confettura raggiunge il bollore la tengo d'occhio per togliere il coperchio al volo e abbassare subito la fiamma. Nel mentre si ha tempo di lavare l'eventuale uvetta in acqua calda, tagliare a dadini le eventuali scorzette e/o le albicocche secche.
Potreste anche approfittare di quel tempo per sterilizzare i vasetti vuoti e relativi coperchi in acqua bollente per un paio di minuti e metterli ad asciugare su un telo pulito. Scegliendo bene la pentola, potrete usare la stessa (e la stessa acqua già calda) per la sterilizzazione dei vasetti pieni.

Quando il bollore della confettura è stabile e la schiuma ha messo giudizio, la pentola si può pressoché dimenticare sul fuoco, bassissimo il fuoco, dando comunque una girata ogni tanto per controllare che non  attacchi. Uvetta, albicocche e alcol si aggiungono quando la frutta è ancora leggermente al dente. E la pentola torna sul fuoco.
Quando la frutta vi sembra abbastanza tenera (soprattutto le cotogne)e lo sciroppo, versato su un piattino freddo di frigo, si rapprende subito, la confettura è pronta da invasettare. Tenendo i vasetti con un tovagliolo spesso, si eviterà di bruciarsi.
Se la confettura è colata sui bordi dei vasetti, sarà necessario pulirli bene, magari con carta cucina inumidita, prima di avvitare i coperchi.
Resta solo da porre i vasetti in una pentola abbastanza alta perché vi siano almeno 2 dita d'acqua sopra i coperchi e far sobollire, coperto, una ventina di minuti. Così sterilizzati, li potrete conservare anche un paio d'anni. Sennò dovrete tenerli in frigo o (bleah) mettere il doppio di zucchero.
Una volta aperti vanno comunque tenuti in frigo.
Buone confetture a tutti.
Kat
P.S. : in teoria si potrebbe chiamare marmellata solo quella d'arance e confetture tutte le altre.
Ma chi ci riesce ?   Altre ricette, anche un po' strambe, da noi le trovate qui.

Etichette:

1Commenti:

Blogger Unknown ha detto:

approvo, sottoscrivo! buona colazione!!

12/11/14, 09:09  

Posta un commento

<< Home